19. 2. 2011 | 14. 3. 2011
La crisi economica, sociale e antropologica è direttamente proporzionale e consequenziale a quella dell’arte, e alla produzione artistica in generale, in quanto manifesto e rappresentazione contemporanea di noi stessi, della nostra società. Un tema quanto mai attuale, che non ha mai smesso di assillarci, quello della crisi. Ed è proprio “L’arte in crisi” il titolo del progetto della Galleria Franco Riccardo, a Piazzetta Nilo a Napoli, che fino al 14 marzo 2011 ospiterà l’artista Salvatore Manzi (classe 1975), con una mostra dal titolo “Aria Limitata”. La video arte di Manzi si pone agli antipodi di tutta la produzione artistica contemporanea, che guarda e prende spunto dal linguaggio cinematografico, nel romanzare le immagini visive e renderle gradevoli. A Manzi non interessa la narrazione, egli esemplifica uno stile antinarrativo, una sorta di pittura in movimento, che scorre sottoforma di immagini sullo schermo. Le immagini creano una tensione emotiva, un senso di costretta sopravvivenza, di scelta obbligata, di alienazione. L’aria limitata in questione è il suo spazio abitativo, in tutta la sua apparente semplicità, nasconde invece una continua e disperata necessità di volere qualcosa di più, nello spazio come nelle scelte di sempre. Manzi sottolinea come le decisioni umane siano influenzate da fattori del tutto esterni alla nostra volontà, rimanda al concetto di potere decisionale che, in fin dei conti, non sempre può caratterizzare positivamente la nostra esistenza. Il tutto è sagacemente sottolineato dalla traccia sonora di Giuseppe Fontanella, chitarrista dei 24 Grana, che crea una certa drammaticità, quasi teatrale. I temi più frequenti delle video proiezioni di Salvatore Manzi sono: il lavoro, la politica e la denuncia sociale. In uno dei suoi più significativi video:“Informazione”, riprende in modo amatoriale un giornalista della Sky News 24 nell’atto di informare gli spettatori sui primi risultati delle votazioni, per il referendum voluto dall’azienda dello stabilimento FIAT di Pomigliano d’Arco il 22 giugno 2010; una voce fuori campo, quella di un operaio registrata e montata in loop, sovrasta il sonoro dell’informazione pre-montata, televisiva. Oppure il video dal titolo “Da dentro”, che rappresenta in modo crudo e senza filtri la realtà dei penitenziari femminili, dove le donne italiane sono costrette a vivere lontano dai propri figli se hanno compiuto il terzo anno d’età: da una finestra a sbarre si intravede un televisore che trasmette l’immagine in movimento di una bambina che gioca. La video arte di Manzi induce a continue riflessioni, indaga, scruta e rappresenta la realtà attraverso il suo occhio cinico, ma profondamente coinvolto.
Manuela Palma
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